Per uno sposalizio tra neuro-cognitivismo e critica computazionale: l’esempio del gender
Abstract
La critica computazionale negli ultimi vent’anni si è dimostrata un modello di distant reading funzionale alla ricerca di costanti morfologiche e archetipi tematici: con Franco Moretti ha addirittura nutrito l’ambizione, applicandosi alle Pathosformeln di Aby Warburg, di trovare l’algoritmo della rappresentazine delle emozioni. Negli stessi anni, in laboratori della comunità scientifica del tutto separati, gli studiosi di neuro-cognitivismo e le neuroscienze hanno ricercato e fotografato attraverso risonanza magnetica le costanti percettive e il modo in cui il cervello processa la realtà, con le uniche varianti apportate dai contesti storico-ambientali. Il presente contributo propone un’alleanza metodologica della critica computazionale e delle neuroscienze per rendere sempre più raffinata e probatoria la ricerca del modo in cui procede la trasmissione ereditaria delle informazioni; in particolare, ci si sofferma sugli studi condotti da entrambe le parti sugli effetti del gender in relazione alla lettura della realtà e alla produzione di mondi finzionali, con esempi che riguardano l’evoluzione neuro-cognitiva delle popolazioni euro-nordamericane tra Otto e Nocevento. La consapevolezza del ruolo dei nuovi strumenti di calcolo offerti dalla tecnologia moderna, in grado di elaborare quantità massicce di dati a una velocità esponenziale incomparabile rispetto al passato, si unisce qui alla certezza che le neuroscienze stiano dando un contributo fondamentale anche per lo studio delle humanities.
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