Le tre «città del mondo» dell’ultimo Vittorini tra fotoreportage, crisi della forma romanzo e opzione cinematografica
DOI:
https://doi.org/10.58015/2036-2293/812Abstract
Le città del mondo di Elio Vittorini è un caso interessante di prodotto d’ingegno in cui fotografia, letteratura e cinematografia intrecciano un rapporto ora sinergico ora antagonistico. Nata inizialmente come fotoreportage e poi divenuta opera narrativa, l’ultima fatica letteraria dell’autore siciliano resta incompiuta sulla carta aspirando a trovare nella traduzione in pellicola un plausibile esito artistico. Il romanzo a canone sospeso tenta attraverso la riconversione in sceneggiatura di fuoriuscire dalla sua impasse comunicativa, ritornando, forse, all’idea originaria di testo visivo. Più che una trasposizione del libro, il film ne diventa allora una sorta di abiura formale pur in una vischiosa complicità tra immagine e testo.
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