“O Rose thou art sick”. Le implicazioni sociali della malattia del corpo e della mente nelle poesie di William Blake

Abstract

William Blake visse in un periodo di cambiamenti storici, economici e sociali che furono conseguenza delle decisioni di tutta un’epoca, quella a cavallo tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo, definita come quella della Rivoluzione industriale. Avendo vissuto a Londra per tutta la sua esistenza, il poeta-artista assistette alle evoluzioni e agli stravolgimenti delle vite, anche lavorative, degli individui. Egli fu testimone delle conseguenze della mancanza di piani o riforme sociali che portarono alla disoccupazione, alla povertà, alla mortalità infantile, allo sfruttamento, all'urbanizzazione selvaggia, a condizioni sanitarie precarie e alla diffusione di malattie, comprese le malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre, essendo un fine osservatore della vita, Blake usò le la propria arte per giudicare e condannare le istituzioni, che per lo più agivano secondo interessi personali dimenticando i bisogni umani.

Analizzando la poesia The Sick Rose, che verrà messa a confronto con l'ultima strofa della poesia London, il presente studio si propone di indagare il significato simbolico delle opere in riferimento alla diffusione delle malattie veneree nella Londra del 1790. Procedendo a un'attenta analisi testuale, si cercherà di dimostrare che le metafore, i simboli e le immagini nei testi poetici di Blake possono essere interpretati su due diversi livelli. Una prima lettura, infatti, esaminerà i testi quali manifestazione della condanna, da parte del poeta, delle malattie sessualmente trasmissibili, intese come conseguenza dell’amministrazione irresponsabile e disastrosa delle istituzioni governative. Il secondo livello, invece, cercherà di analizzare il concetto di contagio su un piano più universale che coinvolge anche le capacità del genere umano di interpretare e vivere il mondo.